Fitoterapia

La Fitoterapia (a volte anche impropriamente definita fitomedicina) è, in senso generale, quella pratica terapeutica umana comune a tutte le culture e le popolazioni sin dalla preistoria, che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere.

 

 

Data l’antichità di questa pratica, che con tutta probabilità rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana, e data la sua generalizzata distribuzione geografica, è impossibile dare una descrizione di essa in termini di un sistema terapeutico specifico (come ad esempio è possibile fare per l’omeopatia). Piuttosto è sensato dire che l’utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in tutti i sistemi terapeutici umani, da quelli più antichi e basati su osservazione ed empiria, a quelli più sofisticati e con livelli di complessità teorica elevata, fino alla moderna biomedicina. Dal punto di vista terminologico, limitandosi alla Unione Europea, solo da pochi anni, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con percorso formatico universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, e la fitoterapia non è una branca riconosciuta delle biomedicina. Il termine viene dal greco phyton (pianta) e terapeia (cura).

 

La fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante e soprattutto alcune frazioni di pianta sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale. La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola.

 

Principi attivi

Le piante sono fra le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Vanno considerate veri e propri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche (Firenzuoli, 2009). Nella loro evoluzione esse hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli erbivori, lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impollinatori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti attività farmacologiche nell’uomo. Ecco una lista esemplificativa dei vari principi attivi:

 

-fenoli semplici
-polifenoli – tannini e flavonoidi
-glicosidi (fenilpropanoidi, antrachinoni, glucosinolati, iridoidi, glicosidi cianogeniche )
-terpeni
-terpenoidi e saponine (fitosteroli, glicosidi cardioattive , triterpeni)
-olii essenziali e resine
-alcamidi
-alcaloidi

 

Le moderne preparazioni fitoterapiche sono ottenute a partire dal materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse: se il solvente è l’etanolo in percentuali diverse si parla di estratti idroalcolici, solitamente chiamati tinture (o estratti fluidi; se il solvente è l’acqua si parla di infusi, decotti o macerati a freddo; se il solvente è un olio grasso si parla di oleoliti; l’estrazione con solventi diversi e non alimentari (esano, cloroformio, ecc.), che vengono poi eliminati, permette la preparazione di estratti molli e secchi. Alcune preparazioni sono costituite da estratti di singole piante, altri da combinazione di estratti da diverse piante. In particolare i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali) Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, mentre gli standard di efficacia e tossicologici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga riconosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). Per i preparati che non rientrano in questa categoria valgono le regolamentazioni dei singoli stati membri.

 

Premesse fitoterapiche

 

La fitoterapia non esclude l’autoprescrizione, tanto che esistono fitoterapici da banco senza obbligo di ricetta medica (Silano, 2006). Per la prescrizione occorrono:

 

-la laurea in medicina e chirurgia, meglio se accompagnata da una specifica formazione/specializzazione in fitoterapia

-conoscenze su indicazioni, controindicazioni ed effetti collaterali di fitorimedi

-conoscenze sulla ricettazione di fitoterapici (norme, convenzioni, abbreviazioni, combinazioni, dosaggi) e conoscenza di prodotti reperibili

-conoscenze di galenica (preparazioni di piante e loro parti in rimedi galenici)

-almeno minime conoscenze di erboristeria (piante, la loro crescità, coltivazione, raccolta, elaborazione e conservazione).

 

Bibliografia

M. Silano, V. Silano Prodotti di origine vegetale in medicina, alimentazione, erboristeria e cosmetica. Tecniche Nuove, Milano, 2006.
F. Firenzuoli. Fitoterapia. Guida all’uso clinico delle piante medicinali”. IV Ed. ELSEVIER, Milano, 2008.
P.Campagna. “Farmaci vegetali”, Minerva Medica ed. Torino, 2008
R.Della Loggia – (cur.): Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici, OEMF spa Milano 1993, ISBN 88-7076-132-0
Enrica Campanini: Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Editore Tecniche Nuove – 2004
Jean Valnet, Guarire con le piante, Giunti
G. Dobrilla, G. Coruzzi, Fitoterapia. Dalle evidenze cliniche agli effetti indesiderati, Pensiero Scientifico Editore, Roma 2005
F. Firenzuoli, Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci, Tecniche Nuove, Milano, 2001. II^ ed. 2009
F. Firenzuoli, Erbe: Istruzioni per l’uso, Tecniche Nuove, Milano 2005

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